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Teodoro od un fantasma, ha sconvolto l animo di Manfred.
Ma come mai è qui? E come mai ha l armatura?
Credo sia andato in cerca di Isabella rispose Hippolita.
Di Isabella? disse Manfred, di nuovo in preda all ira. Sì, sì, non c è
dubbio... Ma come è fuggito dalla prigione in cui l ho lasciato? È stata Isabella, o
questo vecchio frate ipocrita, a liberarlo?
E un padre sarebbe forse un criminale, mio signore disse Teodoro, se
preparasse la salvezza di suo figlio?
Jerome, stupito nel sentirsi praticamente accusato dal figlio, e senza nessun
fondamento, non sapeva cosa pensare. Non riusciva a capire come Teodoro fosse
fuggito, come avesse ottenuto l armatura, e come avesse incontrato Federico. Ma non
osava fare nessuna domanda che potesse riaccendere l ira di Manfred contro suo
figlio.
Il silenzio di Jerome convinse Manfred che il frate aveva organizzato l evasione di
Teodoro.
Ed è così, vecchio ingrato disse il principe, rivolgendosi al frate, che
ripaghi la generosità mia e di Hippolita? E non contento di ostacolare i desideri più
cari al mio cuore, tu armi il tuo bastardo e lo porti nel mio castello a insultarmi!
Mio signore disse Teodoro, voi fate torto a mio padre; né io né lui siamo
capaci di ospitare un solo pensiero che sia in contrasto con la vostra serenità. È forse
insolenza sottomettermi così al valore di vostra altezza? aggiunse, deponendo
rispettosamente la spada ai piedi di Manfred. Ecco il mio petto: colpitelo, mio
signore, se sospettate che nutra un pensiero sleale. Nel mio cuore non è impresso un
solo sentimento che non veneri voi e la vostra famiglia.
La grazia ed il favore con cui Teodoro pronunciò queste parole gli guadagnarono
il favore di tutti i presenti. Anche Manfred ne fu commosso ma, ancora ossessionato
dalla somiglianza del giovane con Alfonso, provava un ammirazione mista a un
orrore segreto.
Alzati disse; non mi interessa la tua vita in questo momento. Ma
raccontami la tua storia, e come mai sei imparentato con questo vecchio traditore.
Mio signore! esclamò vivacemente Jerome.
Taci, impostore! disse Manfred; non voglio che tu gli suggerisca.
Mio signore disse Teodoro, non ho bisogno di aiuto; la mia storia è
molto breve. All età di cinque anni fui portato in Algeria con mia madre, che era stata
rapita dai corsari sulla costa della Sicilia. Lei morì di dolore in meno di un anno. Le
lacrime sgorgarono dagli occhi di Jerome, la cui ansiosa espressione rivelava mille
emozioni. Prima di morire continuò Teodoro mi legò al braccio, sotto gli abiti,
uno scritto dove mi svelava che ero il figlio del conte di Falconara.
È verissimo disse Jerome; sono io quel padre sventurato.
Ti ordino nuovamente di tacere disse Manfred; va avanti.
Rimasi in schiavitù disse Teodoro fino a due anni fa, quando, mentre
seguivo il mio padrone nella sue scorribande, fui salvato da un vascello cristiano, che
sconfisse il pirata; e quando ebbi rivelato al comandante la mia identità, questi
generosamente mi lasciò a terra in Sicilia. Ma, ahimè! Invece di trovare un padre,
seppi che la sua proprietà, che era posta sulla costa, durante la sua assenza era stata
devastata dal pirata che aveva condotto in prigionia mia madre e me; che il suo
castello era stato bruciato fino alle fondamenta; e che mio padre al suo ritorno aveva
venduto ciò che restava, e si era ritirato in convento nel regno di Napoli; ma dove,
nessuno sapeva dirmelo. Misero e senza amici, quasi perduta ormai la speranza di
poter godere l emozione dell abbraccio paterno, colsi la prima occasione di
imbarcarmi per Napoli; da lì, durante gli ultimi sei giorni ho vagato in questa regione,
sempre mantenendomi con il lavoro delle mie mani; e fino a ieri mattina non credevo
che il Cielo mi avesse riservato un destino diverso dalla tranquillità d animo e da una
serena povertà. Questa, mio signore, è la storia di Teodoro. Sono benedetto al di là
delle mie speranze nel ritrovare un padre; sono sfortunato più di quanto meriti per
essere incorso nell ira di vostra altezza.
E tacque.
Un lieve mormorio di approvazione si levò tra gli ascoltatori.
Questo non è tutto disse Federico; l onore mi impone di aggiungere
quello che ho taciuto. Benché egli sia modesto, io devo essere generoso; è uno dei
giovani più coraggiosi che calpestino il suolo cristiano. È anche impetuoso; e per quel
poco che lo conosco, impegnerei il mio onore sulla sua sincerità: se quello che
riferisce di sé non fosse vero, non lo direbbe; e per quanto mi riguarda, giovane,
onoro una franchezza che si addice alla tua nascita. Proprio ora mi hai offeso; ma si
può ben concedere di ribollire al nobile sangue che scorre nelle tue vene, quando ha
così di recente rintracciato le proprie origini. Andiamo, mio signore (volgendosi a
Manfred), se posso perdonarlo io, certo potete farlo anche voi: non è colpa di
questo giovane, se voi l avete preso per uno spettro.
Questo aspro sarcasmo irritò l animo di Manfred.
Se gli esseri di un altro mondo replicò superbamente hanno il potere di
ispirare al mio animo terrore e reverenza, questo è più di quanto possa fare qualsiasi
essere vivente; e certo il braccio di un ragazzo non potrebbe...
Mio signore lo interruppe Hippolita, il vostro ospite ha bisogno di quiete;
non vogliamo lasciarlo riposare?
Dette queste parole, prese la mano di Manfred e, congedatasi da Federico, portò
fuori la compagnia. Il principe, al quale non dispiaceva porre fine a una
conversazione che gli richiamava alla mente il modo con il quale aveva svelato le sue
più segrete emozioni, si lasciò accompagnare al proprio appartamento, e permise a
Teodoro di ritirarsi con il padre al convento, anche se con l impegno di ritornare al
castello l indomani (una condizione che il giovane accettò con piacere). Matilda e
Isabella erano troppo prese dalle proprie riflessioni, e troppo poco ben disposte l una
verso l altra, per desiderare di continuare quella sera la conversazione. Si separarono,
ognuna diretta alla sua camera, con più espressioni cerimoniose, e meno espressioni
d affetto, di quante ne avessero scambiate dal tempo della loro infanzia.
Se si separarono con scarsa cordialità, si incontrarono però con maggiore
impazienza non appena fu sorto il sole. Le condizioni del loro animo non lasciavano
spazio al sonno, e ognuna ricordò un centinaio di domande che avrebbe desiderato
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