[ Pobierz całość w formacie PDF ]
sulla linea dell'orizzonte. Devono aver vissuto una strana avventura. La
sola cosa chiara è che hanno trovato il corpo di uno dei lord di Narnia che
stiamo cercando... o così pare.
Non dubitatene, capitano ribatté Rhince. Con questo sono già
tre: per finire la ricerca ne mancano ancora quattro. Di questo passo sare-
mo a casa subito dopo capodanno. Bene, perché sto finendo le scorte di ta-
bacco. E ora vi auguro la buona notte, signore.
9
L'Isola delle Voci
I venti che a lungo avevano soffiato da nord-ovest cominciarono a spira-
re solo da ovest: ogni mattina, quando il sole sorgeva sul mare, la prua ri-
curva del Veliero dell'alba si stagliava nel mezzo del disco. A bordo qual-
cuno diceva che il sole fosse più grande che a Narnia mentre altri non era-
no assolutamente d'accordo. Continuarono a navigare spinti da una brezza
leggera ma costante, senza incontrare gabbiani, pesci, navi o rive.
Ancora una volta le provviste cominciarono a scarseggiare. Nel profon-
do dei cuori si insinuò il dubbio di essersi avventurati in un mare senza fi-
ne, ma proprio all'alba del giorno in cui avevano deciso di non arrischiarsi
oltre, scorsero davanti a loro, fra il veliero e il sorgere del sole, una terra
piatta e appoggiata sul mare come una nuvola bassa.
A metà pomeriggio gettarono l'ancora in una grande baia, poi sbarcaro-
no. Era un posto diverso da tutti quelli che avevano visitato: attraversata la
spiaggia si accorsero subito che il paesaggio era silenzioso e deserto come
in una delle terre disabitate che avevano già incontrato, ma a differenza
delle altre c'erano prati immensi e ben curati, con l'erba sottile e tagliata
corta proprio come nelle grandi case inglesi dove una decina di giardinieri
lavora a tempo pieno. Gli alberi, numerosi, erano stati piantati in bell'ordi-
ne e in giro non si vedevano rami spezzati né foglie secche che ingombras-
sero il terreno. Di tanto in tanto si sentivano i piccioni tubare, l'unico ru-
more che interrompesse il silenzio perfetto.
I nostri amici arrivarono all'inizio di un lungo viale sabbioso fiancheg-
giato da alberi e ripulito dalle erbacce. All'estremità opposta del sentiero,
sotto il sole del primo pomeriggio, s'intravedeva una grande casa grigia.
Imboccato il viale, Lucy si accorse di avere un sassolino nella scarpa.
Decise di toglierlo, ma trovandosi in un luogo sconosciuto avrebbe fatto
meglio a chiedere agli altri di aspettarla. Invece sedette sul bordo del viale
per sfilarsi la scarpa e rimase indietro; i lacci le si erano annodati.
Prima che fosse riuscita a sciogliere i nodi, gli altri si erano distanziati di
un pezzo e quando, tolto il sasso, Lucy rimise la scarpa, si accorse che le
loro voci erano flebili e lontane. Quasi subito percepì qualcosa che non
proveniva affatto dalla grande casa: un lungo battere di colpi, come se una
decina di omoni al lavoro colpisse il terreno con pesanti mazze di legno. Il
rumore si avvicinava rapidamente.
Lucy, con la schiena appoggiata all'albero in cerca di protezione, capì
che non sarebbe mai riuscita ad arrampicarsi e si rannicchiò contro il tron-
co, nella speranza di non essere vista.
Bum, bum, bum... Qualsiasi cosa fosse, era pericolosamente vicina. In-
torno la terra tremava ma non si vedeva un bel niente. Lucy pensò che la
cosa, o le cose, fossero esattamente alle sue spalle, poi sentì un tonfo sul
vialetto. Che fosse il vialetto si capiva non solo dal rumore, ma anche dalla
sabbia che si sollevava come se qualcosa l'avesse mossa. Eppure, di quel
"qualcosa" neanche l'ombra! Poi i colpi si allontanarono di una ventina di
passi e all'improvviso cessarono; risuonò una voce.
C'era proprio da aver paura: in giro non si vedeva anima viva, i prati
grandi come un immenso parcheggio erano vuoti e silenziosi come li ave-
vano trovati sbarcando. Nonostante questo, a pochi metri di distanza una
voce parlava e diceva: Amici, è arrivato il momento.
Un coro di voci simili ribatté: Finalmente è arrivato il momento. A-
scoltatelo, ascoltatelo. Ben fatto, capo! Questa sì è un'idea geniale.
Propongo di aspettarli in spiaggia continuò la prima voce in
modo da metterci tra loro e la nave. Armiamoci bene e appena torneranno
indietro per andarsene... zac! Li prenderemo.
Un piano eccezionale, capo gridarono le altre voci. Avanti, for-
za e coraggio. Veramente, mai sentito un piano migliore.
Allora svelti, amici disse la prima voce. Alla spiaggia, presto.
Ben detto, capo continuarono le altre voci. Ordine migliore non
avresti potuto dare, stavamo per suggerirlo anche noi. Avanti, alla spiag-
gia!
Il battere di colpi riprese, forte all'inizio e poi sempre più debole, finché
si spense lontano, verso il mare.
Lucy sapeva che non c'era tempo da perdere. Inutile stare a scervellarsi
sulla natura delle strane creature invisibili! Appena il rumore si affievolì,
saltò in piedi e si precipitò lungo il viale, all'inseguimento degli amici.
Andava veloce come una lepre, le gambe in aria per il gran correre. Do-
veva fare in fretta, bisognava avvertirli.
Mentre a Lucy accadeva questa strana avventura, il resto della compa-
gnia era arrivato davanti alla casa. Era una costruzione lunga e bassa, a due
piani soltanto, fatta di splendide pietre dai colori caldi e parzialmente co-
perta d'edera. Tutto era così immobile che Eustachio disse: Non c'è nes-
suno. Ma Caspian, senza aprire bocca, indicò la colonna di fumo che si
alzava dal comignolo.
Oltrepassarono un grande cancello aperto che portava a un cortile lastri-
cato. Là, per la prima volta, si resero conto di essere capitati su un'isola
davvero strana. Infatti, nel bel mezzo del cortile, c'erano una pompa e un
secchio. Fin qui, naturalmente, niente di insolito, ma la cosa incredibile era
che la leva della pompa si muoveva da sola, senza che ci fosse nessuno a
spingerla.
È opera di magia fu il commento di Caspian.
Un congegno meccanico! esclamò Eustachio. Oh, finalmente
un paese civile.
In quel momento Lucy, accaldata e senza fiato, entrò di corsa in cortile.
Un po' alla volta provò a raccontare quello che avevano detto le voci, e
quando il gruppo di amici ebbe capito, almeno in parte, quello che Lucy
diceva, neppure il più spavaldo di loro rimase impassibile.
Nemici invisibili borbottò Caspian. E vogliono tagliarci fuori
dalla nave. Che brutta gatta da pelare.
Lucy, hai la più vaga idea di come siano fatti? chiese Edmund.
Come potrei, se non li ho visti?
Ma dal rumore dei passi ti sono sembrati... ehm, esseri umani?
Chi ha parlato di rumore di passi? Ho sentito solo voci e una spaven-
tosa serie di tonfi, come mazze di legno che battono.
Chissà se a passarli a fil di spada diventano visibili intervenne Ri-
picì.
Penso che lo scopriremo presto ribatté Caspian. Ma adesso an-
diamo. Alla pompa dev'esserci uno di quegli strani tipi e forse sente quello
che diciamo.
Uscirono dal cancello e imboccarono il viale in cerca di alberi dove a-
[ Pobierz całość w formacie PDF ]